IL DILEMMA DELLE MINIERE SOTTOMARINE

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Save Our Ocean - Il Dilemma delle Miniere Sottomarine


Proseguiamo il nostro viaggio attraverso i temi di Green Economy trattati nel Rapporto Europeo sulla Blue Economy. Nel Save Our Ocean di oggi parleremo delle estrazione minerarie sottomarine, staccandoci un po' da quanto scritto nel rapporto stesso (che ne parla solo in termini di possibile guadagno economico), per vedere i pro e i contro di una soluzione che potrebbe rivelarsi più grave del problema.

Prima di iniziare, vi ricordo che potete trovare un elenco degli articoli di questa serie, costantemente aggiornato e ordinato secondo categorie tematiche, visitando questo indice.

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un drone preleva del materiale sottomarino per le analisi

I Grandi Vantaggi

Con estrazione mineraria sottomarina ci si riferisce, chiaramente, all'estrazione di materiale minerario dalle conformazioni rocciose presenti sui fondali marini più profondi, tra i 1400 e i 3700 metri sotto il livello del mare. Di base esistono due tecniche per questo tipo di estrazione: il sistema a cestello continuo (CLB) e quello a aspirazione idraulica. Entrambi però funzionano secondo lo stesso principio: trasportare parte del fondale in superficie per filtrarlo, prelevare i materiali interessati e restituire il resto agli abissi.

Il principale grosso vantaggio delle miniere sottomarina, al punto che si è spesso parlato di una seconda "corsa all'oro", è rappresentato dall'ENORME presenza di minerali rari (manganese, nichel, cobalto, tellurio, etc), ben superiore alle quantità presenti nei giacimenti terrestri, che vengono usati per produrre elementi elettronici o tecnologie destinate alle energie rinnovabili come pannelli solari e turbine eoliche. La sfruttamento di queste risorse permetterebbe di velocizzare considerevolmente lo sviluppo della Green Economy oltre che alleviare lo sfruttamento delle miniere terrestri, spesso collocate in nazioni che non hanno cura dei diritti dei lavoratori e non si fanno problemi a sfruttare anche i minori anche per lavori pesanti.

Basti pensare che nel 2017, un team di ricercatori britannici, ha scoperto che il Tropic Seamount, una montagna sottomarina di 3000 metri, contiene un giacimento di tellurio, materiale alla base della realizzazione dei pannelli solari, con una concentrazione 50.000 volte superiore a quella dei giacimenti terrestri. Secondo le stime, nel solo Tropic Seamount, ci sarebbero 2670 tonnellate di tellurio, capaci DA SOLE a coprire un dodicesimo dell'attuale consumo mondiale.

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la vita tra le rocce marine

Gli Altrettanto Grossi Svantaggi

Fantastico, quindi perché non stiamo correndo a estrarre tutte queste risorse? In realtà ci sono diversi motivi che possiamo dividere in tre macrogruppi. Il primo riguarda l'impatto ambientale dato dalla presenza dei macchinari per l'estrazione. Si parla quindi di rifiuti, rumori sottomarini e luci che potrebbero non solo danneggiare la salute del mare, ma anche disturbare la fauna e la flora. Parlando di fondali molto profondi, si parla di luoghi pieni di vita e alla base della salute degli oceani stessi, dei santuari ambientali che al momento sono stati protetti e raramente toccati. L'estrazione mineraria sottomarina potrebbe cambiare tutto questo.

Il secondo dilemma riguarda l'impatto che l'estrazione stessa potrebbe avere sulla vita marina. Il mare a quella profondità è ancora oggi un luogo oscuro e sconosciuto dove, nonostante la totale mancanza di luce, sono presenti esseri viventi con un bassissimo grado di resilienza che sono, tuttavia, alla base della catena alimentare marina e la cui scomparsa sarebbe gravissima per la sopravvivenza dell'ecosistema. Nonostante i numerosi studi in proposito ancora non esistono risultati concreti su come reagirebbero questi organismi alle conseguenze dell'estrazione mineraria. E' vero che gran parte dei fondali vengono restituiti una volta filtrati, ma (1) questo genera delle enorme nuvole marine di terra, (2) non c'é alcuna garanzia che questa terra venga nuovamente abitata e (3) anche se lo fosse, servirebbe tempo per riportare gli organismi presenti alle quantità che erano prima dell'estrazione.

Tutto questo sarebbe facilmente risolvibile se si aspettassero i risultati degli studi di settore e si producessero delle normative adeguate da rispettare, ma qui si arriva al terzo problema: la natura umana. Sono in molti a sostenere che, pur in presenza di una severa regolamentazione, lo sfruttamento delle risorse minerarie si svilupperebbe in modo incontrollato perché affidato ad aziende private, notoriamente più interessate al profitto che alla protezione ambientale. Lo dimostra il fatto che molte compagnie si siano già attivate in questo settore nonostante effettivamente manchino le sicurezze necessarie a garantire la sopravvivenza dell'ambiente.

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una macchina mineraria pronta a essere calata in mare in Giappone

Situazione Attuale e Soluzioni

Come accennato sopra, molte aziende private si sono già mosse e sono particolarmente attive in questo settore. La situazione stava velocemente diventando rischiosa e, per questo, nel 2018 il Parlamento Europeo si è riunito e ha votato a favore della sospensione delle attività di estrazione mineraria nei fondali marini. Una moratoria preventiva che resterà attiva fino a quando non si conosceranno in modo sicuro e scientifico le ripercussioni ambientali che questi procedimenti possono avere. Purtroppo questa sospensione vale solo per l'Europa mentre in molte altre nazioni (per esempio Canada, Cina e Giappone) si stanno sfruttando i fondali marini senza troppe preoccupazioni.

Fortunatamente molte realtà stanno cercando di cambiare (o di convincere altre aziende a cambiare) la loro mentalità. Se è vero che l'economia globale ha bisogno di risorse, non è detto che queste debbano per forza di cose provenire dal mare. Soprattutto per quanto riguarda i componenti elettronici, il riciclo dei minerali già utilizzati non è solo possibile, ma anche consigliabile. E' un metodo di produzione che sta piano piano prendendo piede, anche grazie al fatto che molte grosse aziende (tra cui la Apple) hanno iniziato ad usarlo. In proposito potete guardare questo interessante video.

Infine non mancano coloro che sostengono che invece di cercare le risorse minerarie sott'acqua, dovremmo iniziare a cercarle in cielo. Molti astrofisici sostengono che con gli stessi investimenti usati nelle estrazioni minerarie sottomarine, potremmo estrarre gli stessi minerali dagli asteroidi. Molti di questi sono infatti ugualmente ricchi di terre rare e il sacrificio di qualche distante corpo minore del sistema solare potrebbe portare ad una maggiore integrità del nostro pianeta.


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