TECNOSEAL ANSWERS - LA PROTEZIONE CATODICA ATTIVA NEL SETTORE NAVALE

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Tecnoseal Answers - La Protezione Catodica Attiva nel Settore Navale


Dopo aver visto, nel Tecnoseal Answers di settimana scorsa, in quanti settori diversi si può suddividere la nautica, torniamo a concentrarci esclusivamente su quello navale, andando a vedere quale è la tipologia di protezione catodica che si preferisce usare in questo caso, perché e se questa è sempre una scelta corretta.

Prima di iniziare vi ricordo che al seguente link potete trovare un indice tematico di tutti i Tecnoseal Answers usciti fino ad oggi.

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Uno schema che riassume le differenze tra protezione catodica passiva e attiva

Che cosa è la Protezione Catodica Attiva?

Partiamo con il definire cosa è la protezione catodica attiva. In realtà questo è un argomento che avevamo già affrontato in passato, trovate il precedente articolo qui. Riassumendo e sintetizzando quanto detto in quella occasione, con questo termini ci si riferisce ai sistemi di protezione catodica a corrente impressa (ICCP Systems), ovvero quegli impianti che, se ci sono le giuste condizioni fisiche, geometriche e tecniche per farlo, una volta applicati erogano una corrente sulle superfici da proteggere attraverso l'uso di appositi elettrodi, così da svolgere la medesima funzione dei "classici" anodi sacrificali.

Nella loro forma più semplice i sistemi ICCP saranno quindi composti da: degli elettrodi che emettono corrente nell'acqua, delle sonde che misurano i potenziali e un sistema di alimentazione che fornisce la corrente stessa. In realtà questi sistemi sono molto più complessi di così (come saprete se avete letto l'articolo citato in precedenza), ma questo è lo scheletro fondamentale per il loro funzionamento. Prima di proseguire voglio, ancora una volta, sottolineare come entrambi i metodi di protezione catodica sono estremamente validi e equivalenti nel lavoro di protezione che svolgono.

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Lo scafo con bulbo di una nave passeggeri

Perché scegliere uno o l'altro?

Considerando quindi che il risultato finale di protezione è lo stesso, cosa determina una scelta rispetto all'altra? Questa va fatta in fase di progetto del sistema di protezione stesso e dipende da numerosi parametri estremamente importanti quali: tipologia di imbarcazione, lunghezza, tipo di applicazione richiesta, in che mari deve lavorare e che tipologie di vernici e materiali usa. Ogni fattore può far propendere la scelta sia verso la protezione passiva che verso quella attiva.

In linea generale, i sistemi ICCP sono preferiti per le imbarcazioni di dimensioni cospicue, ovvero 70 e più metri di lunghezza, così da avere uno scafo più "pulito" ed una fase di manutenzione molto più agevole. Si pensi a quanti anodi sacrificali andrebbero altrimenti installati su una simile imbarcazione. La protezione catodica attiva è inoltre sconsigliata su barche e scafi in alluminio e in caso siano usate particolari tipologie di vernici. Infine, va aggiunto che la scelta della protezione catodica è spesso determinata anche dalle esigenze dell'armatore.

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Le molte componenti di un'efficace protezione catodica completa

Vantaggi e Svantaggi del Sistema ICCP

La principale caratteristica di questo sistema è, infatti, che ha una durata nel tempo molto più estesa rispetto alla protezione catodica passiva. Un sistema ICCP può durare anche 15 anni! Quindi un armatore di una nave mercantile o passeggeri, che non può fare carenaggio spesso, preferirà questa soluzione. Tuttavia questi sistemi hanno una maggiore esigenza in termini di regolazioni del sistema. Queste vanno effettuate costantemente e non in modo arbitale. Per sua natura, infatti, il sistema ICCP tende a scalibrarsi e, in taluni casi, questo lo porta a non funzionare bene e a causare delle corrosioni impreviste. Un problema che non si presenta mai con gli anodi sacrificali se questi vengono sostituiti con le giuste periodicità.

Detto ciò, entrare nel dettaglio del funzionamento dei sistemi ICCP non è facile perché i parametri da prendere in considerazione sono molti e non dipendono esclusivamente dalle geometrie, ma anche da come è fatto il sistema di alimentazione degli elettrodi. Si tratta di sistemi sofisticati ed eseguire dei settaggi particolari che siano idonei o congruenti rispetto alle varie condizioni in cui si può trovare l'imbarcazione è un processo complesso. Si pensi che un'imbarcazione in mezzo al mare, dal punto di vista elettrochimico, si comporta in maniera completamente diversa rispetto alla stessa imbarcazione situata in un porto che non ha alcuna protezione catodica, così come si comporterà in un modo ancora differente in caso il porto presenti a sua volta un sistema di protezione catodica attiva! Le difficoltà da tenere di conto sono disparate e spesso i controlli devono essere molto puntuali e precisi per evitare qualsiasi tipo di danno.

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Una sea chest di un'imbarcazione

Una Protezione sia Attiva che Passiva

A chiusura di questo articolo, che si riferisce alle imbarcazione del settore navale, ma può essere facilmente adattato anche alle altre tipologie di barche, ci preme sottolineare che, in realtà, la presenza di un sistema di protezione catodica attiva non esclude assolutamente l'uso dei classici anodi sacrificali. Anzi, tavolta le due tipologie di protezione catodica vengono usate insieme, solitamente con anodi di zinco, anche se nulla vieta di preferire quelli in alluminio e magnesio. Questi vengono installati soprattutto, come anticipato nell'Anodo della Settimana 52, nelle cisterne e nelle sea chest oltre che in tutte quelle zone dove si ha un consumo anomale delle pitture come, per esempio, in prossimità di eventuali idrogetti dell'imbarcazione, dove si possono avere problemi di sfogliamento delle vernici a causa delle turbolenze o della cavitazione.

Insomma, anche la questione relativa all'uso della protezione catodica attiva nel settore navale è ben più complessa di quanto si tende solitamente a pensare. La scelta della giusta soluzione non è semplice e immediata e richiede che siano tenuti di conto numerosi fattori che, inoltre, esigono una presenza direttamente a bordo dei tecnici predisposti ai controlli e alle regolazioni. Insomma, piuttosto che rischiare la salute dell'imbarcazione, anche in questo caso la scelta migliore è quella di rivolgersi a qualcuno di esperto che possa valutare la soluzione migliore senza alcun tipo di rischio.


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