L'avvento del Foiler, il primo yacht volante che da un anno a questa parte è il cuore di ogni salone nautico a cui partecipa, ha riportato l'attenzione degli appassionati di nautica su una tipologia di imbarcazioni molto particolari: gli aliscafi. Si tratta, infatti, della prima volta che questi si incontrano con la nautica di lusso ed il risultato lascia a bocca aperta. La storia degli aliscafi è però molto più antica ed è stata caratterizzata dal Made In Italy più di quanto si potrebbe credere.
Prima di iniziare vi ricordo che al seguente link potete trovare un indice tematico di tutti i Tecnoseal Answers usciti fino ad oggi.
Storia: Sviluppo di un'idea
Tutto ha inizio con Enrico Forlanini, noto inventore di origini italiane, che nel 1898 inizia a lavorare sugli studi del parigino Emmanuel Denis Farcot (datati 1869) per sviluppare il primo progetto di aliscafo. Questo è talmente promettente che Forlanini ottiene i certificati per procedere alla sperimentazione sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti. In parallelo a Forlanini l'inglese John Thornycroft inizia a lavorare, tra il 1899 e il 1901, su una serie di modelli "a singola ala" sviluppando infine, nel 1909, la Miranda III (considerata la progenitrice delle imbarcazioni di questo tipo).
Nel 1906 un articolo scientifico americano sui principi di funzionamento degli aliscafi, ispira l'inventore scozzese Alexander Graham Bell a lavorare su un progetto concreto. Le sperimentazioni di Bell e di Casey Baldwin, suo capo ingegnere, iniziano nel 1908 e partono proprio dai risultati ottenuti in precedenza da Forlanini. I tre scienziati hanno anche l'occasione di incontrarsi, nel 2011, per un viaggio di prova sull'aliscafo sviluppato dall'italiano. Un'esperienza illuminante che sprona Bell a creare il famoso HD-4 (grazie anche ai finanziamenti della marina militare USA).
Il 9 Settembre 1919 l'HD-4 impose un record mondiale di velocità su acqua pari a 114 km/h. Questo è rimasto imbattuto per due decadi. Da segnalare che negli 50 una coppia inglese costruì il White Hawk, un aliscafo che aveva lo scopo specifico di battere tale record. L'imbarcazione però riusciva a malapena ad eguagliare la velocità dell'HD-4. A loro insaputa i due ingegneri avevano scoperto un fenomeno che ancora oggi limita la velocità di punta degli aliscafi: la cavitazione.
Storia: dal progetto al commercio
Poco prima della Seconda Guerra Mondiale l'ingegnere tedesco Hanns von Schertel inizia a lavorare sugli aliscafi e prosegue anche durante il conflitto (nonostante la cattura da parte dei russi). Dopo la guerra, ai tedeschi non era più permesso di sviluppare imbarcazioni veloci e Schertel si trasferì quindi in Svizzera dove fondò la Supramar che, nel 1952, varò il primo aliscafo commerciale: il PT10 Freccia d'Oro. Questi era usato come imbarcazione per il trasporto passeggeri ad alta velocità proprio sul Lago Maggiore!
Nel 1968 Hussain Najadi acquista la Supremar e la rende attiva anche in Giappone, Hong Kong, Singapore, Regno Unito, Norvegia e Stati Uniti d'America. In quest'ultima nazione inizia a collaborare con General Dynamics e con la Marina Militare Americana mentre in Giappone lavora con i cantieri Hitachi di Osaka. La maggior parte dei numerosi modelli sviluppati in questi anni erano progettati dai Cantieri Navali Rodriguez di Messina.
Nello stesso periodo anche l'Unione Sovietica iniziò a sperimentare nella creazione degli aliscafi con molti progetti realizzati nel periodo della guerra fredda. Nel 1957 venne prodotto il Raketa, il primo aliscafo commerciale dell'Unione Sovietica. Uno degli inventori più di successo fu Rostislav Alexeyev che molti considerano il padre degli aliscafi moderni per via del prezioso contributo dato dai suoi studi al loro sviluppo. Fu sempre Alexeyev a creare negli anni 70 il famoso Ekranoplano. Da allora gli aliscafi hanno continuato ad essere usati saltuariamente nel settore civile ed in quello militare. Attualmente l'aliscafo più capiente del mondo (350 passeggeri) è l'italiano Gianni M..
Principio di Funzionamento
L'aliscafo è definibile come un'imbarcazione che da ferma o a bassa velocità è tenuta a galla, secondo il principio di Archimede, dalla spinta idrostatica (ossia dal dislocamento). Quando questa però raggiunge una certa velocità, sia tramite propulsione a motore che a vela, emerge totalmente dando l'impressione di volare sull'acqua. Questo è permesso dalla portanza, ovvero la componente della forza aerodinamica globale calcolata in direzione perpendicolare alla direzione del vento relativo, generata dalle ali immerse collegate allo scafo (di base è lo stesso principio che permette gli aerei di volare).
A basse velocità, l'aliscafo si comporta come una nave convenzionale. Man mano che la velocità aumenta, la pressione dell'acqua sotto le ali, unita alla depressione che si forma sopra le stesse, genera una forza di portanza opposta al peso del mezzo. Oltre una certa velocità questa forza causa la completa fuoriuscita dello scafo dall'acqua. Le uniche parti che rimangono immerse, oltre naturalmente alle ali, sono l'elica (collegata all'estremità di un lungo asse) e l'eventuale timone di direzione. Quando lo scafo risulta del tutto sollevato, la sola resistenza idrodinamica incontrata dall'imbarcazione è quella prodotta dalle ali che lo tengono sollevato. Per questo un aliscafo può raggiunge velocità notevoli a fronte di un moderato dispendio energetico.
Tipologie Esistenti
Attualmente esistono due tipologie diverse di aliscafi che si differenziano per la disposizione delle ali. Il primo modello, oltre che quello più antico, è quello con le ali parzialmente immerse o anche aliscafo SP (dall'inglese surface-piercing). Questo nome è dovuto al fatto che una parte delle ali (che hanno una forma a V) è visibile sopra la superficie dell'acqua quando l'aliscafo ha raggiunto la massima emersione. Il principale vantaggio di questi aliscafi è quello di adattarsi autonomamente all'altezza delle onde incontrate durante la navigazione.
La seconda tipologia di aliscafi è invece quella con ali completamente sommerse o anche aliscafi FS (dall'inglese fully submerged). Questi sono progetti moderni che presentano ali con una forma a T invertita che, per l'appunto, resta completamente sommersa anche una volta raggiunta la massima emersione. Gli aliscafi di questo tipo sono meno soggetti all'azione delle onde e quindi risultano più stabili e comodi per equipaggio e passeggeri. Il grosso contro però è che non si adattano automaticamente all'altezza delle onde e la portanza delle ali va quindi variata costantemente (il processo è solitamente gestito da sensori, computer e altri sistemi tecnologici).
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